La leggenda di Sakùntala
Prima che le imprecazioni abbiano termine, Priyàmvada apparirà accesa da una risoluzione ferma.
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Una pausa. Lo Scudiero è subito colpito da un mormorio di voci che si appressano.
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A questo punto le fanciulle turbate da profonda tristezza si faranno intorno a Sakùntala, quasi volessero inconsciamente trattenerla.
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piovono da invisibili lampadari; gli uomini della Corte si terranno, parte seduti e parte addossati alla porta al Re. Verso la fine della danza, il
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apparirà da destra, sperdendosi poi nel folto degli alberi.
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Il Re si sarà ritratto verso la macchia, a destra, ma in modo da poter scorgere. quanto si svolge sulla scena. Si intravederanno Priyàmvada e
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inverdito dal musco è ombreggiato da un ramo pendulo di una pittoresca liana. A destra un rivo scende dall'alto con murmure lene fra grossi frutici. Sul
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. La parte sinistra, meno profonda, potrà essere chiusa da una cortina ornata di fregi misteriosi. Fra questa e l'arco scenico s'aprirà una porta: la
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udiranno i canti di gloria degli eremiti che accompagnano Kanva. La porta si spalanca. Priyàmvada accorre festosa, seguita da Anùsuya.
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voce di Sakùntala, da prima sola, poi dominante un mormorio diffuso di voci minori, risuonerà sull'animo del Re.
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Un chiarore da prima azzurrognolo, poi via via perlaceo e alquanto dorato si avviva e concreta sul fondo, illuminando grado a grado la scena. Dalle
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da Harìta e dal Giovane eremita, che soli entreranno, facendo ala. Gli altri asceti, in corteo, ripiegheranno umilmente verso l'Eremo, mentre le
Accademia della crusca
